Ed eccoci finalmente al secondo atto della traduzione di questo romanzo! Riuscirà Simon a riprendersi dopo i fatti dell'obitorio? Come sempre i ringraziamenti vanno alla cara editor Sara che anche in mezzo ai deliri accademici non manca mai con le sue correzioni.
Ecco il link al capitolo precedente che contiene tutti i collegamenti ai vecchi capitoli:
http://nopipeblog.blogspot.it/2014/02/stranezza-di-proporzioni-capitolo-7.html
Ed ecco il link invece per chi fosse interessato ad acquistare il libro in lingua originale, in formato cartaceo o elettronico:
http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion
Godetevi il capitolo!
Atto secondo
"Infine
la nuova luna era giunta. La notte era buia come la pece,
e
le promesse ai morti sono sacre e debbono essere mantenute."
---Conte
Carl von Cosel (1877-1952)
radiologo, romantico, e necrofilo
Capitolo
8
Una
volta, il bambino era sparito. Ogni anno la madre del ragazzino lo
portava all'ospedale, così che potesse vedere il luogo dove suo
padre eseguiva chirurgie estetiche e dove insegnava agli studenti di
medicina le sue tecniche. Ci era voluto un discreto tempo prima che i
genitori notassero che il figlio, così tranquillo, era sparito.
Cercarono su e giù per i corridoi, nei magazzini, in armadi pieni di
scorte medicinali, e la squadra di ricerca crebbe.
Fino
a quando solo una serie di porte rimase.
"No."
"Non
può essere forse..."
Dopo
tre ore, trovarono il piccolo Simon nell'aula, seduto vicino alle
teste mozzate, mentre le ascoltava e poneva loro domande. Tutti
coloro che ascoltarono il bambino rimasero sbalorditi dalle parole
che giungevano dalla sua bocca.
Cos'era
accaduto in quelle ore? Il ragazzino era entrato nella stanza, aveva
trovato dozzine di teste---ognuna di esse che riposava in una teglia
per arrosto di alluminio, per raccogliere i fluidi che scolavano;
ognuna di esse coperta da una tovaglia bianca; tutte disposte su
tavoli ricoperti da fogli di plastica alla lavanda, coltelli e ganci
posizionati, nitidamente, come posate, tutto arrangiato come per una
braciolata estiva? Una delle tovaglie era scivolata in terra come un
terrificante sipario? Simon era scappato, nascondendosi, solo per
tornare in punta di piedi per conoscere i suoi nuovi amici? Potevano
solo fare congetture, mentre guardavano il bambino. Aveva sistemato
le teste in circolo sul pavimento. Si era seduto in mezzo, tenendo
una testa, quella di una donna anziana, e le sussurrava
rassicurazioni mentre faceva scorrere una mano confortante sui suoi
capelli. Le sue mani erano incrostate e sporche, come spesso sono
quelle dei ragazzini così piccoli, ma erano anche scintillanti e
rosse.
Quando
i suoi genitori lo videro, rimasero senza parole. Sua madre allora lo
aveva preso in braccio, dicendo, "Simon, che cos'hai fatto?"
Velocemente
aveva spiegato al figlio che le teste erano state donate e utilizzate
dagli studenti per fare pratica con le chirurgie facciali e che non
c'era nulla di cui essere spaventati.
"Ma
io non sono spaventato, Mamma," aveva detto il ragazzino.
"Avevano bisogno di parlare con qualcuno."
Sua
madre lo aveva portato fuori dalla stanza, e lui l'aveva abbracciata,
lasciando piccole impronte di mani insanguinate sul suo vestito.
Più
tardi, Simon avrebbe scritto con i pastelli delle storie
elaborate---una per ogni testa tagliata. Ma nessuno capì mai il
significato di quelle parole. Suo padre buttò via tutte le storie.
Qualcosa cambiò quel giorno nella relazione tra padre e figlio. Ci
sarebbero stati dei tiepidi tentativi per convincere il suo ragazzo a
farsi prendere dalla vocazione per la chirurgia estetica, ma da lì
in poi, si allontanò da Simon, raccontava di lui il meno possibile,
e parlava con lui ancora meno. A volte dava degli sguardi furtivi al
suo bambino, nello stesso modo in cui uno scrittore frustrato guarda
un cassetto chiuso a chiave dove ha gettato un'imbarazzante bozza,
convinto che non ci sia modo di salvare il pezzo, non importa quante
riscritture, convinto al punto da pensare di dover rinunciare alla
scrittura intera, e mai più creare una cosa del genere.
Così
Simon crebbe in stranezza e statura.
* * * * *
Osservate
la scia, il fiume luminoso di anime che scorre nelle correnti di
particelle di luce. Gli spettri argentati. Gli spettri nero seppia.
Gli spettri monocromatici.
Purgatori
passatempo, a volte ruotano su vecchie pellicole proiettate. Simon
mangia pop corn dolci, manciate di ricordi autunnali intrappolati nel
sapore salato-dolce. Sorseggia dal suo thermos. "Sono tutti
morti, sapete," dice Simon alle Cornacchie. Tutte annuiscono
silenziosamente sull'albero fantasma. La scia. Il portale
immagine-sfarfallante per l'aldilà.
Rifugio.
Simon doveva pensare. Riconnettere. Il minuscolo mondo di Simon ha
pochi rifugi sicuri, e il più sacro di essi è stato violato. Quindi
è venuto qui, nel suo buio utero tappezzato di borgogna, con il
battito del cuore di un organo a canne che calma la sua mente
preoccupata. A Simon è sempre piaciuto il Gateway Theater. E' stato
costruito negli anni trenta con un enorme auditorium, sipari e
tappezzeria rossi, colonne, decorazioni scolpite nei muri, oro e
fascino, e quel meraviglioso organo a canne---tutto
semi-restaurato, lievemente logoro, e accattivante. Tutto è carico
di ricordi e nostalgia, come i tesori nelle unità di congelamento
all'obitorio.
E'
proprio come dovrebbe essere un cinema, Jane.
Gli
enormi e moderni multisala non sono un luogo per il nostro eroe, con
le loro resse e le pubblicità iper-cinetiche. Tutti quei loghi e
prodotti, quei simboli e segnali che fluttuano nell'aria, cancri per
il pensiero e programmazione subliminale. Tutti quei media là fuori,
segni e televisione e radio e la diffusione degli slogan di internet,
che divengono virali, contagiando la vita. Questi meme potrebbero
continuare a evolversi, questi pensieri aggressivi? Potrebbero
divenire coscienti? Jingle di bevande analcoliche che prendono vita
nell'aria e nelle nostre teste, a causa del costante bombardamento di
radiazioni pubblicitarie?
Che
mutazioni potrebbero seguire?
Pubblicità
e finestre pop-up guidano i pezzi di vetro nel cervello di Simon.
E'
troppo sensibile per il blitz di stimoli, la sua mente cablata per
argomenti molto più sottili, come i morti, come il linguaggio del
corpo con le sfumature di lentezza del rigor mortis.
Il
Gateway Theater ha spazio e tenebre. Il pubblico di stanotte consiste
di Simon nell'ultima fila e una coppia di anziani nella prima. A
volte c'è una maggiore affluenza. Vengono gli specialisti. La
Società dei Film Muti tiene proiezioni regolari di cinema antico,
fornendo persino musica di organo dal vivo e un'orchestra
occasionale. A volte, lasciano suonare a Simon l'organo a canne.
A
Simon è sempre piaciuta la qualità meditativa dei film muti. Questi
sogni a occhi aperti fanno ringiovanire la sua mente.
E
voi cosa pensate, carissimi? Trovereste questi relitti
cinematografici noiosi? Un cimitero non è un luogo eccessivamente
eccitante. Non accade quasi nulla lì. Eppure, lo infondiamo con
significati ed emozioni, anche se non sappiamo chi sia sepolto lì.
Lo visitiamo nel bel mezzo della notte come atto di coraggio.
Vandalizziamo, trafughiamo, e facciamo sesso. Raccontiamo storie di
fantasmi. Andiamo a caccia di apparizioni. Percorriamo questi calmi
luoghi e realizziamo che sono tutti morti, quindi inondiamo un
altrimenti noioso paesaggio con brividi e atmosfere, e un ambiente in
putrefazione.
Anime
di luce e ombra, alte quindici piedi, danzano spettralmente su
cellulosa ruotante. Il nostro eroe mangia i popcorn.
Non
è un brutto aldilà, per come sono di solito gli aldilà. Eh, Jane?
Stanotte
il cinema proietta il film del 1920, Il
gabinetto del dottor Caligari.
Simon
osserva i sogni che camminano, la recitazione spettrale che gli
attori morti devono eseguire per l'eternità. Simon guarda la storia
del folle Dottor Caligari e il suo fedele sonnambulo. Caligari esegue
il suo spettacolo circense, rivelando l'uomo nella scatola---Cesare,
sempre in una trance---che risponde alle domande del pubblico con
profezie, prevedendo persino quando dei membri del pubblico
moriranno. Oh, il Dottor Caligari però è una creatura perversa,
ristretta, persino con il suo cappello a cilindro, e usa il suo
schiavo ipnotizzato per uccidere e adempiere a quelle profezie da
spettacolo secondario. Simon osserva mentre Cesare cammina dormendo e
uccide. Allampanato e pallido, è il cugino di secondo grado di
Edward Mani di Forbice, che si aggira furtivamente per le strade e i
set creati dagli espressionisti tedeschi: vicoli distorti ed edifici
impossibili, linee zigzaganti, porte senza angoli a novanta
gradi---un preludio preistorico all'immaginario di Tim Burton. Lo
strano sonnambulo però non riesce a uccidere l'ultima vittima
datagli dal suo padrone, una ragazza chiamata Jane. Il sonnambulo è
incantato dalla sua bellezza. Porta via Jane, con l'ossessione che lo
spinge a un inseguimento, una sporgenza, e una lunga caduta...
"Jane,"
sussurra Simon nel buio cinema impolverato di ricordi, sentendo una
fitta di empatia per le ossessioni di un compagno disadattato. Anche
Simon è stato tenuto in una scatola, il Laboratorio Autopsie 6,
finchè il suo perverso padrone, il Dottore, non ha richiesto che
facesse predizioni di morte.
Anche
la sua Jane era sparita. Lui conosce lei. Lui perde lei. Il fascino
della storia deriva da quanto questa sia all'antica.
Jane,
cancellata. Gli assassini sono ancora a piede libero. Il Dottor
Reeves è a piede libero. "Cosa farà Simon riguardo tutto
questo?" sussurra una Cornacchia.
"Simon-Simon
non fa, Simon-Simon medita e basta," dice un'altra.
"Buone,"
sussurra Simon. "Siete solo un costrutto della mia
immaginazione."
"Colpo
basso, amico! Colpo basso," dicono le Cornacchie. "Se siamo
costrutti, allora cosa sono i tuoi amici, i dormiglioni sulle
lastre?"
"Zitte,"
sibila Simon, una lacrima che striscia giù lungo la sua guancia.
"Non
siete nemmeno reali."
Avevano
forse ragione però?
I
dubbi e le paure, le grasse mosche necrofaghe, ronzano nella testa di
Simon e le Cornacchie non fanno nulla. Non sono coinvolte. Simon,
senza Acqua Morta e senza Jane, sente gli spasmi e l'astinenza dalla
sua dipendenza soprannaturale.
Sullo
schermo, il povero sonnambulo cade, morendo per la sua Jane.
Simon
si piega in avanti, le braccia avvolte attorno il sedile di fronte a
lui, la faccia sepolta tra gli arti. Osserva la coppia di anziani.
Devono essere sull'ottantina.
Stanno
pomiciando. Non dei graziosi bacetti geriatrici. Stanno
limonando---mani tigliose e colli e labbra e lingue tutti che fremono
l'uno contro l'altro.
Simon
li fissa.
"Bellissimo,"
dice, piegandosi in avanti. Sono vecchi, avvizziti come cortecce dal
tempo, ma non gli importa. Hanno ancora così tanta passione. Sono
sempre venuti in questo cinema? Sono venuti quando ancora brillava,
da bambini, dividendo le caramelle, guardando i film muti quando
erano appena stati pubblicati? Tutte quelle decadi tra allora e
adesso, tutti quei cari perduti---forse loro sono i soli rimasti a
sapere com'era il partner quando lui o lei erano giovani, nel prima.
Tutti quegli anni ed eccoli qui, che si baciano con così tanto
trasporto!---pretesto!---avvolti l'uno nell'altra, due antichi e
rugosi pachidermi che si accoppiano un'ultima volta prima di marciare
verso il cimitero degli elefanti. Due dinosauri oceanici, che nuotano
nella miseria per miliardi di anni credendo di essere soli, poi
trovandosi nel richiamo luminoso di un faro e abbracciandosi
un'ultima volta prima del rilascio dell'estinzione.
Il
cipiglio di Simon si inverte con un singhiozzo.
"Vi
sbagliate," dice alle Cornacchie. Poi entra dentro se stesso e
scuote l'albero fantasma perchè è il suo albero, quelli sono i suoi
corvi. "Vi
sbagliate! Jane è vera."
Gli
occhi dorati di Jane gli hanno donato la pace. Lei ha estratto i
pezzi di vetro. Lei gli ha sorriso, stretto la mano, sospirato con il
suo respiro, e posato un braccio protettivo attorno a lui quando
malvage visioni hanno attaccato. Lei gli ha mostrato la gioia di
spassarsela in un parco giochi dopo mezzanotte. Lui l'ha conosciuta
intimamente, dentro e fuori, e ha amato ogni dettaglio che ha
esumato.
"Ti
amo, Jane Doe."
Compulsione
e ossessione e passione e mania tutte cadono a posto, incastrandosi
con un click
risonante. Ogni
elemento è sempre stato lì, disconnesso e galleggiante, nascosto,
nel goffo e passivo stufato che è Simon, ma il grimaldello che è
Jane ha fatto scattare tutti i perni in posizione. Qualcosa si apre
dentro Simon, qualcosa fugge---qualcosa dall'Acqua Morta di cui si è
fatto per anni.
Simon
sorride come un Jack O'Lantern pieno di oppio bruciante. Si alza nel
cinema infestato di ombre e si scola il thermos, svuotandolo. E'
l'ultimo del suo stock. Il giorno seguente dovrà chiamare il suo
contatto e procurarsi altro assenzio. Gli servirà per trovare Jane.
Il film diventa verde sullo schermo. Le Cornacchie gracchiano e
volano dai loro rami, beccando e mangiando ogni grasso e contorto
dubbio e paura ronzante. Il suo albero. Le sue Cornacchie.
C'è
così poco su cui basarsi. I registri sono andati. Ci sono altri modi
oltre quello. Per quanto cose come i nomi dei colleghi di lavoro gli
entrino da un orecchio ed escano dall'altro, le Cornacchie diventano
collezioniste quando si tratta di fatti rilucenti.
Un
corvo salta su e sussurra nel timpano di Simon, sussurra l'indirizzo
della scena del crimine, dove Jane è stata uccisa.
Simon
ricompensa il corvide con un dono---uno spettro di celluloide
attraverso i suoi occhi. Si arrampica, mettendosi in piedi sul retro
dei sedili del cinema, inebriato, ma con un perfetto equilibrio da
slapstick.
Fissa
lo schermo finchè la membrana argentata esplode e gli spettri
fuggono dal loro palcoscenico, si librano in aria, e galleggiano
verso Simon. Lui sorride e danza sul retro dei sedili con le ombre
fluttuanti, che recitano a loro volta le proprie storie.
Questa
non è l'Acqua Morta, ma non lo sono nemmeno le autopsie di animali
investiti. Per ora dovrebbe andare.
In
mezzo a tutto, le vecchia coppia nella prima fila non nota nulla,
abbracciati nelle loro passioni crepuscolari e pesanti, pesanti
coccole.
* * * * *
"Soldi?"
Simon
dà a Ziv i soldi.
Una
fredda e torrenziale pioggia, le atmosfere fornite da ottobre.
"Okay,"
dice Ziv. "Andiamo a prendere la tua roba."
Come
sempre, Ziv sembra molto serio riguardo la transazione, un ragazzino
di dieci anni molto serio, che porta uno skateboard, indossando una
torcia elettrica montata sulla testa, nella notte.
Ziv
scivola con lo skateboard attraverso la fredda pioggia.
Simon
lo segue a piedi.
* * * * *
"Questo
è un buon tempo!" grida Grandsnaps, nel suo accento slavo. "La
pioggia, come questa, è un presagio felice. Se cade così prima di
un nuovo tentativo garantisce successo."
"Questo
è brutto tempo, vecchio!" grida indietro Baba, sventolando un
mestolo per zuppa. "Chiunque lo può vedere. Puoi prenderti la
morte con un tempo come questo."
Mi
chiedo, Jane, uno può essere contagiato dalla morte di
qualcun'altro?
Simon
siede silenziosamente, osservando il botta e risposta.
Grandsnaps
fa un grande gesto e marcia verso la finestra dell'appartamento.
Tutte le sue azioni sono grandi. É un uomo grande. Simon pensa che
"torace-barile" suoni bene per lui, ma è insufficiente per
Grandsnaps in quanto si riferisce a "barile" al singolare.
I
suoi capelli sono grigio-ferro e un po' ispidi, e porta un grande
paio di baffi simmetrici come simbolo di ceto sociale. La sua voce è
sempre uno scoppio, sempre un urlo. Una tale figura è discorde alla
natura sensibile di Simon. Eppure ha sempre trovato l'enorme uomo
affascinante.
Grandsnaps
spalanca le finestre con entrambe le braccia, con il suo intero
corpo; prende un possente respiro; trattiene il copioso ammonto di
aria tempestosa nei numerosi barili del suo petto; poi lo lascia
andare con un respiro più forte di un urlo di Simon.
"Ah!
Buon tempo!" dichiara con un tuono nella voce, in sfida agli dei
del cielo---e persino a Baba.
La
famiglia di Ziv è composta da immigrati del "Vecchio Paese,"
sebbene Simon non sappia di quale paese si tratti. Ziv vive con i
suoi nonni: Baba e Grandsnaps. Ha conosciuto il ragazzino per caso e
ha comprato assenzio da lui per anni. L'assenzio è fornito da uno
zio che spesso viaggia avanti e indietro dal "Vecchio Paese."Un
assenzio molto potente, le cui bottiglie non hanno etichette. E'
tutto quello che Simon beve ormai. Per una qualche ragione, questa
qualità ha più effetto delle altre, incendiando la sua testa di
fuoco verde. Simon non sa perchè sia così efficace o perchè il
liquore gli parli così profondamente.
Quasi
tutti gli studi moderni che indicano le fantomatiche proprietà
allucinogene dell'assenzio, la lucida follia, sono largamente
esagerati.
Tutto
quello che Simon sa è che l'assenzio---la qualità che importa lo
zio di Ziv, in particolare---gli fa effetto.
Forse
ha uno squilibrio chimico, come me. Eh, Jane?
C'è
un rituale per l'acquisto.
Simon
incontra il ragazzino, sempre sul suo skateboard, viso impassibile,
serioso quando conduce lo scambio. Poi arrivano all'appartamento.
Grandsnaps ogni volta prende i soldi e fa sedere il suo ospite per
una chiaccherata, mentre Ziv carica il suo carrello con l'ordine di
Simon. Baba offre ogni volta troppo cibo a Simon, ma lui mangia
sempre tutto. Trova che Baba sia una figura intimidatoria---sebbene,
conoscendola man mano, ha deciso che, nelle fiabe slave, sarebbe la
vecchia signora che aiuta i bambini, non quella che li divora. Forse.
"Ah,
l'Acqua Morta!" dice Grandsnaps ad uno scoppio di tuono
tempestivo.
E
sempre, sempre, Grandsnaps racconta a Simon storie del folklore
slavo, mentre aspettano nel salotto.
"Nelle
storie c'è l'acqua eroica, l'acqua che cura e fa riprendere l'eroe.
Però, Simon, ci sono due tipi di acqua eroica. Due... eh... specie."
Grandsnaps
è in piedi di fronte alla finestra aperta, il picchiettare della
pioggia e il rombo di tuono che accompagnano il suo racconto.
"C'è
l'Acqua Viva: Zhivaya
Voda."
Grandsnaps
tende la mano destra fuori dalla finestra e scuote il polso,
spruzzando la stanza di gocce d'acqua.
"Poi,
c'è l'Acqua Morta: Mertvaya
Voda."
Grandsnaps
ripete il movimento con la mano sinistra, lanciando schizzi d'acqua
dentro la stanza.
"L'Acqua
Morta, non porta con sè la morte. No. L'Acqua Morta cura il corpo
morto, lo aggiusta, lo salda mettendolo a posto e lava via le
mutilazioni. Mertvaya
Voda però non è
l'Acqua Viva. Può riparare il corpo, ma non può riportare in vita i
morti. Non può... eh... vivificare."
E'
vero, Jane. Tutti i miei pazienti sono morti. Alla fine, posso solo
ricucire i loro corpi.
"La
pioggia primaverile scioglie la terra, Simon, la purifica, la rende
integra dopo la morte dell'inverno. E la seconda pioggia, la
vivifica, la porta alla vita, la fa crescere ancora. E' lo stesso con
il nostro eroe. E' morto, ma lo annaffiano con l'Acqua Morta che gli
salda il corpo. Poi lo annaffiano con l'Acqua Viva e lui
rabbrividisce, tossisce, si mette seduto, e dice, "Quanto tempo
ho dormito?"
Grandsnaps
ride. Un tuono riecheggia.
Simon
lascia scivolare la mano nel piatto di spaghetti che Baba gli ha
servito. Nella pausa della storia, Simon chiude gli occhi, stringe un
pugno di spaghetti. La consistenza viscida gli richiama la sensazione
delle sue mani dentro l'incisione a Y di lei.
"Grandsnaps,
da dove arriva l'Acqua Morta?" Chiede Simon. Conosce già la
risposta. Ha ascoltato la storia tante volte.
Il
vecchio uomo sorride.
"Ragazzo
curioso! Heh-heh. Esiste, Simon, un grande albero, l'Albero del
Mondo. Cresce al centro di tutto ciò che è, era, e sarà. Sulla
cima dell'Albero del Mondo c'è l'Uccello del Paradiso e sotto,
strisciando tra le radici, giace il Serpente Demone. Da sotto
l'albero fluiscono due fonti: Mertvaya
Voda e Zhivaya
Voda. E vicino alle
fonti ci sono tre donne. Sono veggenti. Una vede il presente. Una
vede il passato. E un'altra vede il futuro."
La
regina di fiori, la regina di picche, la regina di quadri. Eh, Jane?
"Però,
Simon, la parte interessante... per trovare l'Acqua Viva---"
"Vecchio!"
urla Baba.
"Che
c'è, donna? La mia storia."
"Ziv
ha finito di caricare il suo carrello."
"Ah.
Ziv! Vodka!"
Questa
è la parte successiva del rituale: per onorare la transazione.
Grandsnaps si strofina impazientemente le mani massicce. Sceglie un
cd da una collezione, rimuovendolo dalla custodia come se fosse
un'ostia benedetta dal tabernacolo. Lo fa scivolare nel lettore; è
davvero fiero del suo impianto stereo. Ziv porta la bottiglia. I
bicchieri vengono riempiti. Adesso, e solo adesso, Grandsnaps preme
play.
Partono
i Queen, attraverso gli altoparlanti, suonando "Bohemian
Rhapsody."
Il
vecchio uomo chiude gli occhi, trattiene il respiro, assorbendo la
canzone in una gioia estatica. Drammaticamente, solleva una mano
formando un pugno di fronte alla sua faccia.
"Freddy
Mercury, cazzo!" dice Grandsnaps. "Il più grande cantante
di tutta la storia! Ascolta, Simon, questa parte---"
"Sempre,
parla sempre di Freddy Mercury," dice Baba dalla cucina.
La
faccia di Grandsnaps lampeggia di rosso e lui si alza, puntando un
dito molto serio verso la cucina. "Donna! Non osare insultare
Freddy Mercury!"
Una
risatina viene emessa dalla cucina. Grandsnaps torna a sedersi sulla
poltrona. Lui e Simon osservano la feroce tempesta attraverso la
finestra aperta, percependo le folate di vento e le gocce di pioggia
smarrite, ascoltando il resto di "Bohemian Rhapsody" e poi
"Killer Queen," mentre finiscono la vodka.
E'
tutto parte del rituale.
* * * * *
Tornano
marciando nella pioggia pesante---Ziv per primo sul suo skateboard,
il raggio della torcia che oscilla dalla sua testa, e Simon che tira
un vecchio carrellino Radio Flyer, suonando la sua presenza con i
rintocchi delle bottiglie di assenzio e le ruote stridenti.
Squeak-clink-squeak-clink.
La
legalità della vendita, acquisto e proprietà dell'assenzio è
complicata e muta costantemente. Simon non si è mai preoccupato di
tenersi al passo.
Non
ha importanza.
Anche
se l'assenzio non fosse così prezioso per lui come invece è,
potrebbe comunque continuare a comprarlo.
Gli
piace troppo questo rituale.
* * * * *
"Pronto?"
"Ciao,
tesoro."
"Ciao,
Mamma."
"Ascolta,
caro, stavo giusto parlando con tuo padre e vorremmo che tu venissi a
cena da noi il prossimo venerdì. Puoi portare quella ragazza di cui
parlavi."
"Io...
non posso..."
"Simon?"
"Se
n'è andata."
"Oh,
tesoro, mi dispiace. E vi siete appena conosciuti. Che cosa farai?"
"Me
la riprenderò."
"Quello
è lo spirito, caro. Oh, mi piace sentirti così determinato.
Combatti per lei adesso."
"Lo
farò, Mamma. Buona notte."
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