Ed eccoci come tutti i lunedì alla pubblicazione di un nuovo capitolo della traduzione di Strangeness in the Proportion.
Come al solito i ringraziamenti vanno all'editor Sara che è riuscita a sorprenderci anche stavolta con il suo lavoro di editing.
Un annuncio importante per i lettori: la prossima settimana il capitolo non uscirà, questo a causa di esami impellenti che hanno assorbito tutto il tempo del traduttore (ossia io).
Ci risentiremo perciò tra due settimane, nel frattempo per chi non volesse attendere per poter leggere le avventure di Simon, qui sotto troverete il link per acquistare il libro in lingua originale di Strangeness in the Proportions, disponibile sia in formato elettronico che cartaceo. Sicuramente un buon modo per sostenere questo autore indipendente.
Link dove acquistare il libro in formato originale:
http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion
I link ai capitoli precedenti:
Prologo: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezze-di-proporzioni.html
Capitolo 1: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-1.html
Capitolo 2: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-2.html
Capitolo 3: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-3.html
Non mi resta che augurarvi buona lettura!
Capitolo
4
Riesce
a sentirlo.
Le
sue vene sono fiumi Stige. L'albero fantasma cresce, capovolto nella
sua testa, le radici di assenzio che strisciano attraverso le grigie
increspature. I corvi blaterano sui rami.
Riesce
a sentirlo.
Il
pizzicorio agrodolce di liquirizia e persone amate, trovate e perdute
in una sola notte.
Il
lavoro di una bella nottata.
Gli
occhi di malachite verdi e spalancati, verdi e affrettati.
Le
sinapsi agitate nell'impeto del fuoco fantasma. Tutto è semplice.
Nulla è difficile. Così sicuro e aggraziato. E' al suo meglio---
si!--- al
suo meglio con così tanta Acqua Morta. Può risolvere qualunque
enigma, camminare in mezzo alle gocce di pioggia, correre sulle
foglie che cadono.
"Crespe
e avvizzite," cantano le Cornacchie. "Le foglie erano
crespe e avvizzite".
"Avvizzite?"
"Erano
avvincenti!"
"No,
veggenti!"
Gli
uccelli neri discutono nella sua testa.
Simon
è in piedi di fronte all'ultimo cadavere della nottata, bisturi in
una mano, giglio piegato nell'altra.
"Ciao,
Jane."
Esita.
E' di nuovo uno scolaretto. Perchè? Lei gli fa venire le farfalle.
Oddio! Non aveva le farfalle nello stomaco da... dalla sua ultima
ragazza.
E'
stata la mia ragazza per una notte, Jane.
I
ricordi spesso sono rinchiusi in una sensazione. Simon riesce a
trovare la beatitudine nel sigillo appiccicoso e sudaticcio di una
maschera di gomma. Era il ballo di Halloween delle matricole. E la
ragazza--- oh, la ragazza, era graziosa e fu improvvisamente lì
nell'istante in cui Simon notò le ragazze.
Le
piacevano i cerotti Band-Aid, ne portava alcuni coloratissimi. Ogni
taglio e graffio, che riceveva giocando, diventavano il suo orgoglio
e la sua gioia. Un'altra occasione per mostrarsi, per decorarsi con i
Band-Aid.
Trasformava
le ferite in gioie, Jane.
Il
piccolo Simon disadattato però, tutto in nero, non navigava nella
sua cerchia sociale, non navigava in nessuna cerchia, solo nei libri
e nella sua testa. Al ballo di Halloween, però, linee e cerchie
sociali svanivano nel nulla sotto le luci stroboscopiche e le risate
dei Jack O'Lantern. Ognuno era qualcos'altro, non più studenti, solo
sogni danzanti. Simon, sotto la sua maschera di gomma, era più
vicino di quanto non fosse mai stato ad essere uno di loro.
Lui
e la ragazza avevano ballato insieme. Lei portava i Band-Aid anche
col costume. Più tardi, si erano nascosti sotto un tavolo e lui, con
una torcia, aveva eseguito uno spettacolo di ombre cinesi. Simon era
davvero bravo nelle ombre cinesi. Lei aveva applaudito,
sommessamente, poi lo aveva baciato.
Per
una notte, lei fu la mia ragazza.
Il
giorno seguente, Simon le aveva disegnato un biglietto di San
Valentino. Era passato ottobre, eppure le aveva disegnato il suo
pegno d'amore. Le aveva disegnato un cuore.
Ci
provai così duramente, Jane. Ci spesi così tanto tempo. Era un così
bel cuore. Le arterie coronarie erano perfette e in scala.
La
ragazza fuggì dal disadattato e dal suo pegno d'amore. Le cerchie
sociali si innalzarono di nuovo, e non svanirono mai più.
E
ora, Simon esita di fronte a Jane. Poi guarda nei suoi occhi dorati.
Sente la pace che lo inonda, i dubbi esiliati. L'Acqua Morta è
dolce, ma Jane è diversa. Più potente. Un amore morto, più
profondo.
Mette
il giglio piegato nella mano di lei, sente la fredda e asciutta
carezza della sua pelle. Con bisturi e dita agili taglia ogni punto
di sutura della Y nel suo petto, cogliendo ogni filo.
"M'ama.
"Non
m'ama.
"M'ama.
"Non
m'ama."
Coglie
l'ultimo filo nero, lo considera con un sorriso da ragazzino.
"M'ama." Butta via il filo e beve l'ultimo sorso di
assenzio dal suo thermos.
Le
manie nascono nel tempo che ci vuole ad aprire una porta.
Non
dovete fare altro che bussare.
Il
suo petto si apre con un sospiro. All'interno vi sono tutti gli
organi da post-autopsia, tutti rimessi al loro posto, tutte cose
scintillanti di cui ha bisogno per vedere l'anima di lei.
Toc-toc.
Apre.
Simon
si tuffa dentro.
* * * * *
Dove
siamo?
Il
sonno non ha un luogo da chiamare casa.
"Eri
spaventata, Jane?"
La
bocca di lei forma una linea scarabocchiata--- metà sorriso,metà
cipiglio--- e svia con un'alzata di spalle giocosa. Le onde d'ebano
sospirano nelle vicinanze. Il mondo è una macchia di linee
strascicate. Ci sono solo il viso di lei, gli enormi occhi che
ammiccano verso di lui, e lo sfondo sfocato mentre girano sulla Ruota
del Fato.
Girando.
Vorticando.
Ridono
e lasciano sbatacchiare i loro piedi nudi giù, nella soffice sabbia
di polvere d'ossa. La cigolante giostra rallenta fino a fermarsi.
"Ti
piacevano i parchi giochi, non è così, Jane? Anche da adulta.
Specialmente da adulta."
Lei
annuisce.
"Ti
piaceva intrufolarti nei parchi giochi fuori orario. Giocare di
notte. Fare qualcosa di ridicolo."
Lei
annuisce.
"Ti
piaceva la sensazione dei piedi nudi nella sabbia, specialmente
all'inizio dell'autunno. Solo l'accenno di un brivido, tuffando i
piedi dentro la fredda sabbia di settembre.
Lei
annuisce tre volte.
Corre
via.
Ridacchiando.
Simon
la insegue, correndo sulla sabbia bianca. Giostre, scivoli, strutture
da arrampicata, altalene, tutti vuoti. Vuoti i dondoli che oscillano
nel vento e nei ricordi. Solo loro due che se la spassano in un parco
giochi plutonio da qualche parte dopo l'eternità.
Si
arrampicano sulla scala dello scivolo, impossibilmente alto.
"Jane,
chi ti ha fatto questo?"
Si
arrampicano.
"Li
conoscevi, non è così, Jane?"
In
alto, molto più in alto, siedono sulla cima. Le gambe di Simon
penzolano giù. Jane siede dietro, le sue gambe avvolte attorno ai
fianchi di lui, le braccia che gli cingono le spalle. Niente luna o
stelle nell'Acqua Morta, ma loro osservano il bagliore lunare del
parco giochi sottostante. Lei gli sussurra nell'orecchio, premendo il
mento contro la sua spalla.
"Ce
n'erano quattro" dice Simon, guardando giù. "Li conoscevi.
Ti hanno impiccata per spaventarti. Volevano qualcosa."
Si
spingono giù.
Scivolano.
Weeeeeeeeeeeeee!
Giù
nella sabbia bianca in un ridacchiante groviglio di arti.
Si
alzano. Poi giocano.
Su.
Giù.
Simon
e Jane vanno su e giù sul saliscendi.
"Uno
di loro era grande, Jane, davvero grande e forte. Era l'addetto
all'impiccagione, tutto da solo--- ti ha issata."
Su.
Giù.
"Ti
ha sospesa. Uno di loro rideva mentre soffocavi. Uno di loro ti ha
fatto delle domande. Uno di loro piangeva."
Su.
Giù.
Si
fermano, Jane in alto e Simon in basso. Lei scivola giù lungo il
tronco dell'altalena, seppellendo la testa nel petto di Simon.
"Jane,
cosa---?"
Lei
lo solletica e corre via. Simon la insegue. Ridono ancora e giocano
nella struttura di arrampicata. Simon cammina in alto sulle sbarre di
metallo con movenze da vaudeville, mostrando il suo perfetto
equilibrio, mostrandosi alla ragazza--- poi fa un capitombolo sulla
sabbia cronometrato in modo comico. Jane è appesa a testa in giù,
le gambe serrate nelle sbarre. Si fissano, negli occhi, sottosopra
per un battito senza tempo.
"Hanno
giocato all'impiccato, Jane. Volevano qualcosa. Volevano che tu gli
raccontassi qualcosa."
Jane
crolla a sedere vicino a Simon e capricciosamente disegna delle
figure nella sabbia bianca.
"Hai
graffiato uno di loro---quello grosso. E' per questo che ti hanno
uccisa? Cosa volevano?"
Simon
guarda in basso per vedere Jane che sta disegnando una partita
all'impiccato nella sabbia. Una ragazzina stilizzata e accigliata
pende da un patibolo stilizzato. Di fianco, una parola misteriosa di
sei lettere:
_
_ _ _ _ _
Lei
disegna una H nella sabbia.
H
_ _ _ _ _
Disegna
una A nella sabbia.
H
A _ _ _ _
Immerge
il dito nella sabbia d'ossa per una terza lettera... ma c'è un
lamento, un profondo lamento dal basso, più profondo dello spazio,
che cresce in un ruggito. Le sabbie sotto l'intero parco giochi
ondeggiano e fremono. Qualcosa si sta opponendo. Jane ritrae la mano
con orrore.
Tutto
è di nuovo calmo. Lei alza lo sguardo verso Simon, preoccupata. Non
vuole continuare. Lui non la forza. Si alzano e vanno a giocare sulle
altalene. Oscillano, pigramente, fianco a fianco. La mano di Simon
raggiunge e prende quella di Jane.
"Questa
è una delle cose che ti mancheranno di più--- giocare nei parchi
giochi fuori orario--- non è così?"
Jane
sorride. Annuisce.
Poi,
scalciano.
Oscillano
più forte.
Più
in alto.
Stanno
ridendo ancora.
Più
in alto.
E'
la sfida che ogni bambino affronta: quanto in alto puoi oscillare? E'
una sfida spaventosamente meravigliosa. Sempre più in alto e sempre
più coraggiosamente, finchè non sei parallelo al terreno. Poi c'è
la domanda che ogni bambino chiede: posso andare ancora più in alto?
Posso calciare il cielo? Posso andare ancora oltre? Posso fare un
giro completo? Poi c'è lo stupore nella mente di ogni bambino: cosa
accadrebbe se facessi l'impossibile--- se facessi un giro completo?
Quale sarebbe la mia ricompensa? Potrei continuare a fare
l'impossibile? Potrei continuare a fare giri completi? Potrei
rovesciare la mia sofferenza? Potrei rovesciare la morte? Il mondo
rinascerebbe?
Simon
e Jane oscillano sempre più in alto. Ora sono paralleli alla sabbia
d'ossa. Scalciano più forte.
"Simon,"
dice il cielo senza stelle. "Simon!"
No.
Oh no. Non adesso. Vi prego...
Il
parco giochi plutonio svanisce. Tutta la sabbia precipita via. C'è
una clessidra grande quanto una galassia dove le anime sono solo
granelli.
* * * * *
"Simon!
Terra chiama Simon." Il Dottor Revees porge il suo plastico
sorriso da conduttore televisivo.
Il
Dottor Reeves è un uomo fatto di sorrisi.
Le
meteore sorridono nello stesso modo ai dinosauri.
Simon,
sgomento e colto sul fatto, sradica le braccia dall'incisione a Y con
un risucchio, strappa frettolosamente dalle mani i guanti di lattice
e li butta via, consapevole della sua colpevolezza. Il Dottor Reeves
adocchia i guanti di gomma usati nell'immondizia, alzando un
sopracciglio perfettamente rasato.
"Beh?"
Simon
cerca di trattenersi, cerca di nascondere la sua sbornia di Acqua
Morta, ma può sentire l'amore morto alimentato attraverso la
circolazione. Spinge leggermente con un piede il suo thermos,
allontandolo alla vista.
"Beh
cosa, Dottor Revees?"
Il
sorriso del Dottor Reeves si allarga. E' un sorriso attraente. Un
bianco sole, che sta tramontando oltre il magnifico picco del suo
prominente mento abbronzato e della sua forte e abbronzata mascella.
"Credevo
avessimo finito con Jane Cascamorta," dice Reeves. "Perchè
l'hai tirata fuori?"
Tutti
gli altri nell'ufficio avevano preso a chiamarla Jane Cascamorta.
Simon no.
"Qualcosa
che ho dimenticato nel mio rapporto iniziale," dice Simon.
"Volevo
essere preciso."
"Oh?
Che cos'hai dimenticato?"
Simon
lo fissa.
Silenzio.
Il
sorriso del Dottor Reeves diventa un sorriso da mentore. Simon è a
disagio. Tra i due c'è tutta la pedagogica alchimia di un ragno che
divora la sua prole.
"Sai,
figliolo,"
dice Reeves, avvicinandosi, spalle larghe e corpo palestrato,
"andrai un sacco più lontano nella vita con un sorriso e una
stretta di mano che solo con un sorriso. E sicuramente andrai più
lontano con un sorriso piuttosto che con quel cipiglio fastidioso."
Doti
comunicative. A Simon è stato spesso raccomandato di lavorare sulle
sue doti comunicative. Le abilità comunicative guariscono il cancro.
Il Dottor Richard Reeves è il capo di Simon, l'attuale ispettore
medico della Contea di Cook. Chicago è cambiata dal sistema di
elezione del coroner alla nomina di un esperto negli anni settanta,
ma Reeves è ancora un politico nel cuore.
"Ora,
perchè non lasci riposare un po' Jane Cascamorta, huh?" dice
Reeves. "E per favore, Simon, non tornare fino a lunedì. Non
voglio sentire altre storie di te che ti intrufoli fuori turno.
Goditi semplicemente il week end. Non vogliamo altre... stranezze,
no? Sai, ci sono state pressioni dopo il caso Twiss per farti andare
via." Reeves prende le spalle di Simon, sorridendo, stringendo
di quell'infinitesimo grado in più che basta per non renderlo
confortevole. "Io mi sono opposto, ma non posso continuare a
combattere quella stessa lotta per te."
L'Acqua
Morta brucia verde e luminosa nei nervi di Simon, donandogli una
lucidità sovrannaturale. Tutto quello che può vedere nella faccia
di Reeves sono gli strati su strati di tagli, incisioni laser,
iniezioni, linee su linee di chirurgie estetiche, la maggior parte
delle quali eseguita dal padre di Simon--- i morti iniettati nella
sua faccia, iniettati nel suo---
E'
troppo orribile da contemplare, Jane.
Il
Dottor Reeves si ferma, lasciando penzolare l'anti-carota davanti
alla faccia di Simon.
"Bella
chiaccherata, Simon." Finalmente se ne va.
Simon
lascia andare un sospiro, scioglie la mano, lasciando cadere un
bisturi che cola del suo stesso sangue. Simon conosce il segreto più
oscuro di Reeves. Sa che il buon dottore vende illegalmente pezzi e
frammenti di cadaveri, persino corpi interi, a chiunque compri roba
del genere. E' un mercato proficuo. Li prende dagli inermi pazienti
di Simon, saccheggia i morti per comprarsi auto migliori, giocattoli
e, ovviamente, la costruzione e ricostruzione del suo corpo
artificiale al novantasette per cento.
Simon
vorrebbe credere che Reeves lo tiene attorno a sè perchè ha una
paura mortale che spifferi qualcosa su di lui. Simon però conosce la
vera ragione. La verità si agita nel suo stomaco con spasmi
parassitari. La ragione per cui Reeves tiene Simon nello staff è la
stessa per cui Simon non ha potuto dire a nessuno dei
saccheggiamenti: se mai venisse alla luce che tali nefandezze vengono
perpetrate nell'ufficio degli ispettori medici, chi sospetterebbe del
bellissimo e abbronzato dottore, quando si potrebbe incolpare il
Ghoul?
* * * * *
Jane
viene fatta scorrere interamente dentro il suo congelatore. Simon
chiude lo sportello, poi lo apre di nuovo e lo chiude, aperto e
chiuso, ancora e ancora.
Dai
riaggancia... No riaggancia tu...
No, tu...
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