lunedì 6 gennaio 2014

Stranezza di proporzioni: Capitolo 4





Ed eccoci come tutti i lunedì alla pubblicazione di un nuovo capitolo della traduzione di Strangeness in the Proportion.
Come al solito i ringraziamenti vanno all'editor Sara che è riuscita a sorprenderci anche stavolta con il suo lavoro di editing.
Un annuncio importante per i lettori: la prossima settimana il capitolo non uscirà, questo a causa di esami impellenti che hanno assorbito tutto il tempo del traduttore (ossia io).
Ci risentiremo perciò tra due settimane, nel frattempo per chi non volesse attendere per poter leggere le avventure di Simon, qui sotto troverete il link per acquistare il libro in lingua originale di Strangeness in the Proportions, disponibile sia in formato elettronico che cartaceo. Sicuramente un buon modo per sostenere questo autore indipendente.

Link dove acquistare il libro in formato originale:

http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion


I link ai capitoli precedenti:

Prologo: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezze-di-proporzioni.html

Capitolo 1: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-1.html

Capitolo 2: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-2.html

Capitolo 3: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-3.html

Non mi resta che augurarvi buona lettura!





Capitolo 4

Riesce a sentirlo.
Le sue vene sono fiumi Stige. L'albero fantasma cresce, capovolto nella sua testa, le radici di assenzio che strisciano attraverso le grigie increspature. I corvi blaterano sui rami.
Riesce a sentirlo.
Il pizzicorio agrodolce di liquirizia e persone amate, trovate e perdute in una sola notte.
Il lavoro di una bella nottata.
Gli occhi di malachite verdi e spalancati, verdi e affrettati.
Le sinapsi agitate nell'impeto del fuoco fantasma. Tutto è semplice. Nulla è difficile. Così sicuro e aggraziato. E' al suo meglio--- si!--- al suo meglio con così tanta Acqua Morta. Può risolvere qualunque enigma, camminare in mezzo alle gocce di pioggia, correre sulle foglie che cadono.
"Crespe e avvizzite," cantano le Cornacchie. "Le foglie erano crespe e avvizzite".
"Avvizzite?"
"Erano avvincenti!"
"No, veggenti!"
Gli uccelli neri discutono nella sua testa.
Simon è in piedi di fronte all'ultimo cadavere della nottata, bisturi in una mano, giglio piegato nell'altra.
"Ciao, Jane."
Esita. E' di nuovo uno scolaretto. Perchè? Lei gli fa venire le farfalle. Oddio! Non aveva le farfalle nello stomaco da... dalla sua ultima ragazza.
E' stata la mia ragazza per una notte, Jane.
I ricordi spesso sono rinchiusi in una sensazione. Simon riesce a trovare la beatitudine nel sigillo appiccicoso e sudaticcio di una maschera di gomma. Era il ballo di Halloween delle matricole. E la ragazza--- oh, la ragazza, era graziosa e fu improvvisamente lì nell'istante in cui Simon notò le ragazze.
Le piacevano i cerotti Band-Aid, ne portava alcuni coloratissimi. Ogni taglio e graffio, che riceveva giocando, diventavano il suo orgoglio e la sua gioia. Un'altra occasione per mostrarsi, per decorarsi con i Band-Aid.
Trasformava le ferite in gioie, Jane.
Il piccolo Simon disadattato però, tutto in nero, non navigava nella sua cerchia sociale, non navigava in nessuna cerchia, solo nei libri e nella sua testa. Al ballo di Halloween, però, linee e cerchie sociali svanivano nel nulla sotto le luci stroboscopiche e le risate dei Jack O'Lantern. Ognuno era qualcos'altro, non più studenti, solo sogni danzanti. Simon, sotto la sua maschera di gomma, era più vicino di quanto non fosse mai stato ad essere uno di loro.
Lui e la ragazza avevano ballato insieme. Lei portava i Band-Aid anche col costume. Più tardi, si erano nascosti sotto un tavolo e lui, con una torcia, aveva eseguito uno spettacolo di ombre cinesi. Simon era davvero bravo nelle ombre cinesi. Lei aveva applaudito, sommessamente, poi lo aveva baciato.
Per una notte, lei fu la mia ragazza.
Il giorno seguente, Simon le aveva disegnato un biglietto di San Valentino. Era passato ottobre, eppure le aveva disegnato il suo pegno d'amore. Le aveva disegnato un cuore.
Ci provai così duramente, Jane. Ci spesi così tanto tempo. Era un così bel cuore. Le arterie coronarie erano perfette e in scala.
La ragazza fuggì dal disadattato e dal suo pegno d'amore. Le cerchie sociali si innalzarono di nuovo, e non svanirono mai più.
E ora, Simon esita di fronte a Jane. Poi guarda nei suoi occhi dorati. Sente la pace che lo inonda, i dubbi esiliati. L'Acqua Morta è dolce, ma Jane è diversa. Più potente. Un amore morto, più profondo.
Mette il giglio piegato nella mano di lei, sente la fredda e asciutta carezza della sua pelle. Con bisturi e dita agili taglia ogni punto di sutura della Y nel suo petto, cogliendo ogni filo.
"M'ama.
"Non m'ama.
"M'ama.
"Non m'ama."
Coglie l'ultimo filo nero, lo considera con un sorriso da ragazzino. "M'ama." Butta via il filo e beve l'ultimo sorso di assenzio dal suo thermos.
Le manie nascono nel tempo che ci vuole ad aprire una porta.
Non dovete fare altro che bussare.
Il suo petto si apre con un sospiro. All'interno vi sono tutti gli organi da post-autopsia, tutti rimessi al loro posto, tutte cose scintillanti di cui ha bisogno per vedere l'anima di lei.
Toc-toc.
Apre.
Simon si tuffa dentro.

* * * * *
Dove siamo?
Il sonno non ha un luogo da chiamare casa.
"Eri spaventata, Jane?"
La bocca di lei forma una linea scarabocchiata--- metà sorriso,metà cipiglio--- e svia con un'alzata di spalle giocosa. Le onde d'ebano sospirano nelle vicinanze. Il mondo è una macchia di linee strascicate. Ci sono solo il viso di lei, gli enormi occhi che ammiccano verso di lui, e lo sfondo sfocato mentre girano sulla Ruota del Fato.
Girando.
Vorticando.
Ridono e lasciano sbatacchiare i loro piedi nudi giù, nella soffice sabbia di polvere d'ossa. La cigolante giostra rallenta fino a fermarsi.
"Ti piacevano i parchi giochi, non è così, Jane? Anche da adulta. Specialmente da adulta."
Lei annuisce.
"Ti piaceva intrufolarti nei parchi giochi fuori orario. Giocare di notte. Fare qualcosa di ridicolo."
Lei annuisce.
"Ti piaceva la sensazione dei piedi nudi nella sabbia, specialmente all'inizio dell'autunno. Solo l'accenno di un brivido, tuffando i piedi dentro la fredda sabbia di settembre.
Lei annuisce tre volte.
Corre via.
Ridacchiando.
Simon la insegue, correndo sulla sabbia bianca. Giostre, scivoli, strutture da arrampicata, altalene, tutti vuoti. Vuoti i dondoli che oscillano nel vento e nei ricordi. Solo loro due che se la spassano in un parco giochi plutonio da qualche parte dopo l'eternità.
Si arrampicano sulla scala dello scivolo, impossibilmente alto.
"Jane, chi ti ha fatto questo?"
Si arrampicano.
"Li conoscevi, non è così, Jane?"
In alto, molto più in alto, siedono sulla cima. Le gambe di Simon penzolano giù. Jane siede dietro, le sue gambe avvolte attorno ai fianchi di lui, le braccia che gli cingono le spalle. Niente luna o stelle nell'Acqua Morta, ma loro osservano il bagliore lunare del parco giochi sottostante. Lei gli sussurra nell'orecchio, premendo il mento contro la sua spalla.
"Ce n'erano quattro" dice Simon, guardando giù. "Li conoscevi. Ti hanno impiccata per spaventarti. Volevano qualcosa."
Si spingono giù.
Scivolano.
Weeeeeeeeeeeeee!
Giù nella sabbia bianca in un ridacchiante groviglio di arti.
Si alzano. Poi giocano.
Su.
Giù.
Simon e Jane vanno su e giù sul saliscendi.
"Uno di loro era grande, Jane, davvero grande e forte. Era l'addetto all'impiccagione, tutto da solo--- ti ha issata."
Su.
Giù.
"Ti ha sospesa. Uno di loro rideva mentre soffocavi. Uno di loro ti ha fatto delle domande. Uno di loro piangeva."
Su.
Giù.
Si fermano, Jane in alto e Simon in basso. Lei scivola giù lungo il tronco dell'altalena, seppellendo la testa nel petto di Simon.
"Jane, cosa---?"
Lei lo solletica e corre via. Simon la insegue. Ridono ancora e giocano nella struttura di arrampicata. Simon cammina in alto sulle sbarre di metallo con movenze da vaudeville, mostrando il suo perfetto equilibrio, mostrandosi alla ragazza--- poi fa un capitombolo sulla sabbia cronometrato in modo comico. Jane è appesa a testa in giù, le gambe serrate nelle sbarre. Si fissano, negli occhi, sottosopra per un battito senza tempo.
"Hanno giocato all'impiccato, Jane. Volevano qualcosa. Volevano che tu gli raccontassi qualcosa."
Jane crolla a sedere vicino a Simon e capricciosamente disegna delle figure nella sabbia bianca.
"Hai graffiato uno di loro---quello grosso. E' per questo che ti hanno uccisa? Cosa volevano?"
Simon guarda in basso per vedere Jane che sta disegnando una partita all'impiccato nella sabbia. Una ragazzina stilizzata e accigliata pende da un patibolo stilizzato. Di fianco, una parola misteriosa di sei lettere:
_ _ _ _ _ _
Lei disegna una H nella sabbia.
H _ _ _ _ _
Disegna una A nella sabbia.
H A _ _ _ _
Immerge il dito nella sabbia d'ossa per una terza lettera... ma c'è un lamento, un profondo lamento dal basso, più profondo dello spazio, che cresce in un ruggito. Le sabbie sotto l'intero parco giochi ondeggiano e fremono. Qualcosa si sta opponendo. Jane ritrae la mano con orrore.
Tutto è di nuovo calmo. Lei alza lo sguardo verso Simon, preoccupata. Non vuole continuare. Lui non la forza. Si alzano e vanno a giocare sulle altalene. Oscillano, pigramente, fianco a fianco. La mano di Simon raggiunge e prende quella di Jane.
"Questa è una delle cose che ti mancheranno di più--- giocare nei parchi giochi fuori orario--- non è così?"
Jane sorride. Annuisce.
Poi, scalciano.
Oscillano più forte.
Più in alto.
Stanno ridendo ancora.
Più in alto.
E' la sfida che ogni bambino affronta: quanto in alto puoi oscillare? E' una sfida spaventosamente meravigliosa. Sempre più in alto e sempre più coraggiosamente, finchè non sei parallelo al terreno. Poi c'è la domanda che ogni bambino chiede: posso andare ancora più in alto? Posso calciare il cielo? Posso andare ancora oltre? Posso fare un giro completo? Poi c'è lo stupore nella mente di ogni bambino: cosa accadrebbe se facessi l'impossibile--- se facessi un giro completo? Quale sarebbe la mia ricompensa? Potrei continuare a fare l'impossibile? Potrei continuare a fare giri completi? Potrei rovesciare la mia sofferenza? Potrei rovesciare la morte? Il mondo rinascerebbe?
Simon e Jane oscillano sempre più in alto. Ora sono paralleli alla sabbia d'ossa. Scalciano più forte.
"Simon," dice il cielo senza stelle. "Simon!"
No. Oh no. Non adesso. Vi prego...
Il parco giochi plutonio svanisce. Tutta la sabbia precipita via. C'è una clessidra grande quanto una galassia dove le anime sono solo granelli.

* * * * *

"Simon! Terra chiama Simon." Il Dottor Revees porge il suo plastico sorriso da conduttore televisivo.
Il Dottor Reeves è un uomo fatto di sorrisi.
Le meteore sorridono nello stesso modo ai dinosauri.
Simon, sgomento e colto sul fatto, sradica le braccia dall'incisione a Y con un risucchio, strappa frettolosamente dalle mani i guanti di lattice e li butta via, consapevole della sua colpevolezza. Il Dottor Reeves adocchia i guanti di gomma usati nell'immondizia, alzando un sopracciglio perfettamente rasato.
"Beh?"
Simon cerca di trattenersi, cerca di nascondere la sua sbornia di Acqua Morta, ma può sentire l'amore morto alimentato attraverso la circolazione. Spinge leggermente con un piede il suo thermos, allontandolo alla vista.
"Beh cosa, Dottor Revees?"
Il sorriso del Dottor Reeves si allarga. E' un sorriso attraente. Un bianco sole, che sta tramontando oltre il magnifico picco del suo prominente mento abbronzato e della sua forte e abbronzata mascella.
"Credevo avessimo finito con Jane Cascamorta," dice Reeves. "Perchè l'hai tirata fuori?"
Tutti gli altri nell'ufficio avevano preso a chiamarla Jane Cascamorta. Simon no.
"Qualcosa che ho dimenticato nel mio rapporto iniziale," dice Simon.
"Volevo essere preciso."
"Oh? Che cos'hai dimenticato?"
Simon lo fissa.
Silenzio.
Il sorriso del Dottor Reeves diventa un sorriso da mentore. Simon è a disagio. Tra i due c'è tutta la pedagogica alchimia di un ragno che divora la sua prole.
"Sai, figliolo," dice Reeves, avvicinandosi, spalle larghe e corpo palestrato, "andrai un sacco più lontano nella vita con un sorriso e una stretta di mano che solo con un sorriso. E sicuramente andrai più lontano con un sorriso piuttosto che con quel cipiglio fastidioso."
Doti comunicative. A Simon è stato spesso raccomandato di lavorare sulle sue doti comunicative. Le abilità comunicative guariscono il cancro. Il Dottor Richard Reeves è il capo di Simon, l'attuale ispettore medico della Contea di Cook. Chicago è cambiata dal sistema di elezione del coroner alla nomina di un esperto negli anni settanta, ma Reeves è ancora un politico nel cuore.
"Ora, perchè non lasci riposare un po' Jane Cascamorta, huh?" dice Reeves. "E per favore, Simon, non tornare fino a lunedì. Non voglio sentire altre storie di te che ti intrufoli fuori turno. Goditi semplicemente il week end. Non vogliamo altre... stranezze, no? Sai, ci sono state pressioni dopo il caso Twiss per farti andare via." Reeves prende le spalle di Simon, sorridendo, stringendo di quell'infinitesimo grado in più che basta per non renderlo confortevole. "Io mi sono opposto, ma non posso continuare a combattere quella stessa lotta per te."
L'Acqua Morta brucia verde e luminosa nei nervi di Simon, donandogli una lucidità sovrannaturale. Tutto quello che può vedere nella faccia di Reeves sono gli strati su strati di tagli, incisioni laser, iniezioni, linee su linee di chirurgie estetiche, la maggior parte delle quali eseguita dal padre di Simon--- i morti iniettati nella sua faccia, iniettati nel suo---
E' troppo orribile da contemplare, Jane.
Il Dottor Reeves si ferma, lasciando penzolare l'anti-carota davanti alla faccia di Simon.
"Bella chiaccherata, Simon." Finalmente se ne va.
Simon lascia andare un sospiro, scioglie la mano, lasciando cadere un bisturi che cola del suo stesso sangue. Simon conosce il segreto più oscuro di Reeves. Sa che il buon dottore vende illegalmente pezzi e frammenti di cadaveri, persino corpi interi, a chiunque compri roba del genere. E' un mercato proficuo. Li prende dagli inermi pazienti di Simon, saccheggia i morti per comprarsi auto migliori, giocattoli e, ovviamente, la costruzione e ricostruzione del suo corpo artificiale al novantasette per cento.
Simon vorrebbe credere che Reeves lo tiene attorno a sè perchè ha una paura mortale che spifferi qualcosa su di lui. Simon però conosce la vera ragione. La verità si agita nel suo stomaco con spasmi parassitari. La ragione per cui Reeves tiene Simon nello staff è la stessa per cui Simon non ha potuto dire a nessuno dei saccheggiamenti: se mai venisse alla luce che tali nefandezze vengono perpetrate nell'ufficio degli ispettori medici, chi sospetterebbe del bellissimo e abbronzato dottore, quando si potrebbe incolpare il Ghoul?

* * * * *
Jane viene fatta scorrere interamente dentro il suo congelatore. Simon chiude lo sportello, poi lo apre di nuovo e lo chiude, aperto e chiuso, ancora e ancora.

Dai riaggancia... No riaggancia tu... No, tu...





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