martedì 28 gennaio 2014

Stranezza di proporzioni: Capitolo 6




Ed eccoci ad una nuova settimana, e ad un nuovo capitolo della nostra traduzione. Stavolta esce a distanza ravvicinata dall'ultimo per farci perdonare il ritardo della scorsa uscita. I ringraziamenti come sempre vanno alla nostra editor Sara che questa volta è riuscita a compiere il miracolo in una serata. Dunque bando alle ciance ed ecco la solita sfilza di link per chi si fosse perso i capitoli precedenti:

Prologo: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezze-di-proporzioni.html

Capitolo 1: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-1.html

Capitolo 2: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-2.html

Capitolo 3: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-3.html

Capitolo 4: http://nopipeblog.blogspot.it/2014/01/stranezza-di-proporzioni-capitolo-4.html

Capitolo 5: http://nopipeblog.blogspot.it/2014/01/stranezza-di-proporzioni-capitolo-5.html

Questo è il link invece dove comprare il libro intero in lingua inglese, sia in formato elettronico che cartaceo: http://www.drivethrufiction.com/product/96994/Strangeness-in-the-Proportion

Godetevi il capitolo!





Capitolo 6






Caro diario, scriverà Simon. Oggi ho baciato un cadavere.



* * * * *

"E' stato quando il primo sacchetto di plastica pieno di denti di bambini si era arenato sulla spiaggia. Nel 2001. A marzo."

"Si?"

"Da allora, abbiamo rinvenuto almeno altri venti sacchetti."

"Niente?"

"Un cazzo di niente. Oltre venti fottuti sacchetti, e nessuna cazzo di risposta. E' questa fottuta città, amico. Una volta, un corpo che si arenava sulle rive del lago era roba grossa. Adesso, non arriva nemmeno sulla prima, seconda, o terza pagina del Tribune."

"E' strano, amico."

"Strano?" L'Ufficiale John Polhaus inghiotte un boccone appena masticato di manzo italiano. "Recluta, quando avremo finito con te, l'ago sul tuo barometro delle "stranezze" sarà più sballato di quello montato su certe fregature da due soldi. Strano? Cristo. Questa fottuta città. Giuro, se non facessero gli sfilatini e il miglior manzo italiano, sarei in Arizona proprio ora. Gesù, se è buono..."

Polhaus continua a parlare, ma tutto quello che il suo collega più giovane può sentire, attraverso la bocca piena di sandwich, sono le vocali e il ruminare costante.

"Due sandwich, John?"

"Sono a dieta, cazzo."

"Quindi, possiamo andare?"

"Non ancora."

"Non ancora?"

"Pivello, ci sono due cose nella mia giornata che rendono degna di essere vissuta questa dura vita. Una è ingozzarsi di manzo italiano con pepe dolce e provolone. L'altra è rompere il cazzo a Meeks."

"Il Ghoul?"

"Il Ghoul."

"Ho sentito che ha fottuto il caso Twiss. Voi ragazzi lo avevate inchiodato, giusto?"

"Non sarei sorpreso se Twiss e Meeks si fossero scambiati e-mail di congratulazioni. Non sarei sorpreso se celebrassero, a Boy's Town, con cenetta e inchiappettata. E sicuramente non avrei un dannato attacco di cuore se scoprissi che Meeks passa le nottate nei laboratori di autopsia, facendo lo spogliarello per i cadaveri con una targhetta per morti che vortica sul suo cazzo." Polhaus parla attraverso manzo e pane, sputacchiando frammenti bagnati addosso al suo collega.

"Un mostro" dice l'ufficiale più giovane, pulendosi il viso.

"Un mostro."

La radio di Polhaus si lagna tornando alla vita. "John, sei lì?"

"Si," dice Polhaus. "Dove sei?"

"Hai visto la tua auto?"

"Cosa?"

"Credo ti abbiano tagliato le gomme, amico."

"Figlio di puttana!" Polhaus si precita fuori, l'ufficiale più giovane lo segue.

Simon si manifesta da dietro un angolo. Può sentir ridere il suo bisturi nella tasca mentre si trascina verso gli ascensori.

"Oh! Mi hai spaventata, Simon." E' quello che gli aveva detto sua madre innumerevoli volte, mentre cresceva. Anche gli insegnanti. Simon aveva passato la vita a camminare così quietamente che la gente non lo notava, lasciandosi insinuare in mezzo agli altri senza nemmeno volerlo. Entrare inosservato nell'edificio adesso non gli è per niente difficile.

E' domenica notte ed è ancora una parte del weekend forzato di Simon, però il Dottor Reeves non ci sarà. Reeves non viene mai di domenica notte, riserva quel momento per incontrarsi con i suoi contatti nella laboriosa impresa di vendite cadaveri al mercato nero---condotta sempre lontano dall'obitorio. Si attiene religiosamente a quella routine.

Simon striscia verso i laboratori di autopsia. Ha bisogno di informazioni. In un film, un personaggio intelligente sembra essere sempre in grado di hackerare il computer di un ufficio per trovare segreti. I metodi di Simon richiedono di hackerare delle fonti diverse.



* * * * *



Gli fa ancora venire le farfalle. Meravigliose, orribili farfalle.

A volte nausea e gioia si incontrano nei luoghi più strani.

Disadattato, si. Ma quando è stata l'ultima volta che avete avuto le farfalle?

Svolazzano e svolazzano nel suo stomaco.

"Terzo appuntamento?" dice Simon alla stanza ronzante. I suoi amici mormorano incoraggiamenti dai loro freddi spazi. Sussurrano nel ronzio refrigerato. Lui le tiene la mano e la guarda negli occhi.

E' abbastanza.

Pace.

L'assenzio inizia a fare presa. I colori si acuiscono e sanguinano mentre linee e contorni svaniscono, e il mondo diviene più facile da controllare nella sua liquida alchimia. Simon chiude gli occhi e osserva crescere l'albero di assenzio, mentre i corvi fantasma assonnati si svegliano nel suo cranio. Può vedere le farfalle diventare falene, che spasimano nel buio del suo stomaco. Può prendere ed estrarre le falene negative, lasciando le positive. Le infilza con delle puntine, mettendole in mostra, dando loro nomi in un latino immaginario--- ecco la Dubbius totalis e la Nervosus disagius e la Phobos maximus---poi cessano di avere importanza.

Le sue altre distrazioni non sono così facili da mettere a tacere e catalogare. Le Cornacchie gracchiano rabbiosamente una sull'altra. Beccano i loro rami in un rauco frastuono. Gracchiano e chiamano.

"Simon!"

"Simon!"

"Click-clack-crack!"

"Questa ti costerà!"

"Terza bevuta!"

"Ti costerà!"

"Non lascerà che tu ti abbassi alla convenienza!"

"Prezzo!"

"Click-clack-crack!"

Simon ignora i corvi fantasma nella sua testa e le falene streghe nel suo stomaco, si tuffa giù in quell'incisione a Y che emette amore.



* * * * *

Dove siamo?

Il sonno non ha un luogo da chiamare casa.

Il mare d'ebano sospira contro la riva plutonia.

Sinfonie invisibili. Sonate al chiaro di luna nella penombra. Giglio in mano, l'eroe del vaudeville, un rozzo spaventapasseri, cammina nella sabbia di polvere d'ossa, muovendosi al ritmo dei fotogrammi dei film muti, cercando la sua fidanzata.

Non è lì.

Guarda in alto e in basso nel bagliore lunare e richiamo nostalgico.

Ma dove, oh dove...?

"Jane?"

Tutto solo in una piana di sospiri. Tutto solo cerca e cammina, ogni cosa è lontana mentre i corvi volano.

Ma aspettate.

Qualcosa si muove.

"Jane?"

Qualcosa striscia fuori dall'acqua nera. Qualcosa di piccolo. Qualcosa di rigonfio.

Un piccolo ragazzino.

Il piccolo Toby Reynolds si trascina fuori dal mare d'ebano. Tutto il sudiciume e la putrescenza del Chicago River cola dalla sua pallida, paffuta faccia, coprendo le sue parole in un gorgoglio strozzato.

Passo-trascina.

Passo-trascina.

Toby barcolla avanzando, trascinando un blocco di cemento legato ad un grande amo che trafigge il suo piede destro. Si trascina verso Simon.

Passo-trascina.

Passo-trascina.

"Mi dispiace, Toby" dice Simon, pietrificato.

Da qualche parte, molto lontano, forse in un sogno, Simon cerca di vomitare e riprendersi e scappare indietro, alla sua vita da sonnambulo.



* * * * *

Avete sentito la storia di Myer Twiss?

A volte, Jane, un viaggio nell'Acqua Morta può finire male.

Certamente, avete letto i ritagli di giornale, avete visto quella lugubre foto segnaletica.

A volte, Jane, estraggo il ricordo sbagliato, la storia sbagliata.

Avete sentito però le rime che i bambini ancora cantano, mentre giocano al salto con la corda, in certi quartieri di Chicago---tutte quelle parole che rimano con "Twiss"?

A volte cose cattive si aggirano nell'Acqua Morta.

Le storie sono ingressi. Non dovete fare altro che bussare.

"Soggetto: Toby Reynolds" aveva detto una volta Simon, chiamando il nome del piccolo ragazzino, cominciando il rituale. "Caucasico, otto anni."

Erano stati seduti insieme, nell'Acqua Morta, pescando nel mare d'ebano, e Simon aveva fatto a Toby una promessa giurando col mignolo, promettendo di aiutare.

Toby era un caso difficile. L'acqua può lavare via le prove. La polizia aveva ripescato il ragazzino nel Chicago River, nel tratto che chiamano Bubbly Creek---Torrente Ribollente, dove l'acqua bolle ancora a causa dei gas emessi dalla carne in decomposizione che le compagnie di macellazione hanno scaricato un centinaio di anni prima. Dicono che pesci mutanti e peccati nuotino lì. Dicono che una volta, l'acqua fosse così insanguinata che gli uccelli potevano camminare sui grumi galleggianti.

Myer Twiss, pedofilo locale, infanticida, e uomo di mondo, aveva preso Toby nella notte. Quando Myer finiva con le sue vittime appendeva blocchi di cemento ai loro piedi e le lanciava dentro Bubbly Creek. Fluidi e sporcizia nei polmoni avevano raccontato a Simon che Toby era ancora vivo quando aveva colpito l'acqua.

Toby mi ha raccontato tutto, Jane, tutto quello che mi serviva. Era mio amico.

Simon aveva trovato i segreti richiesti per aiutare le forze di polizia ormai frustrate nel costruire il caso. Avevano detto parole come "chiave di volta" e "testimone esperto" e chiamato Simon al processo. Sarebbe stata la prima e ultima volta. L'avvocato della difesa aveva ottenuto dettagli riguardanti i "metodi disturbanti" di Simon, e lo aveva dissezionato prima del giudice e della giuria.

"Mostra il tuo lavoro!" Sempre, Jane, sempre così: "Mostra il tuo lavoro!"

"Abilità comunicative, Simon." "Un sorriso e una stretta di mano salvano vite!"

Simon si era spezzato e aveva dato di matto al processo, il povero ragazzo sensibile. Era stata così recisa un'arteria dell'accusa gestita dall'avvocato del distretto, e il caso morì dissanguato. Myer Twiss venne scagionato.

E' ancora libero.

Bubbly Creek ribolle ancora.



* * * * *


Dove siamo?

Il sonno non ha luogo da chiamare casa.

Il mare d'ebano sospira.

Il piccolo Toby Reynolds incespica verso Simon, raggiunge Simon con le dita a salsicciotto rigonfie, screpolate---lo raggiunge come un neonato che vuole qualcosa.

Da qualche parte lontano, forse in un sogno, Simon si contorce su un pavimento piastrellato.

Il piccolo Toby trascina il pesante blocco di cemento lungo la riva plutonia. Forse lo trascinerà per sempre. La sua bocca si apre e chiude in un ritmo sciocco e appiccicaticcio. Cade ai piedi di Simon, gli prende le gambe, e si tira su, lentamente, issandosi sul corpo di Simon con la paziente lentezza dell'acqua stagnante che filtra nei vestiti.

Passo-trascina.

Passo-trascina.

Fuori dall'acqua morta strisciano dozzine di altri piccoli corpi. Ognuno di essi trascina un blocco di cemento. I bambini di Twiss. Nessuno di loro può nuotare via come fanno solitamente i pazienti di Simon. Tutti loro sono affondati, trascinati giù da blocchi di cemento e dal fallimento di Simon.

"Mi dispiace, Toby" dice Simon. "Ho rovinato tutto. Me l'hanno fatta pagare, sebbene non sia mai abbastanza. Mi dispiace. Volevo liberarti."

E da qualche parte, forse in un sogno, Simon è in preda alle convulsioni su un pavimento piastrellato e ingoia la lingua.

Il piccolo Toby tossisce liquame mentre raggiunge la faccia di Simon, la bocca che si apre e chiude, liquida e muta---quando qualcosa si muove nella sabbia d'avorio.

Una cacofonia lamentosa spezza il ritmo del mare d'ebano, annega il suono dei blocchi di cemento trascinati sulla sabbia. Tutti i bambini rigonfi e putridi smettono di trascinare i piccoli cubi di purgatorio appesi ai loro piedi. Tutto è fermo per un istante.

La sabbia d'avorio si muove.

Simon cade all'indietro.

Il piccolo Toby lascia andare un grido striato di muco d'anfibio mentre braccia bianche e artigli dentellati lo tirano sotto la sabbia.

La sabbia esplode.

Sorgono delle facce.

Facce bianche, occhi neri da bambola, e le loro bocche---denti come rasoi seghettati---le loro bocche aperte, così larghe, come la perdizione. Non possono averne mai abbastanza. Sono affamate. Sono la fame. Fame del Destino manifesta.

Si lanciano.

Frenesia alimentare.

Divorano i piccoli e putridi bambini. Denti e artigli e occhi di bambola. Si ingozzano. Ancora affamate. Ancora fame. I loro stomaci distesi ruggiscono come un miliardo di larve che implorano carne.

Si lanciano.

Verso Simon.

Mani fredde---fredde come la sabbia di settembre---si avvolgono attorno a lui da dietro. Proteggendo. Tirano via Simon lontano dalla frenesia, dalla follia, e dalla malinconia.

* * * * *



Laboratorio autopsie 6.

Simon.

Si.

Sveglia.

Tossendo e ansimando sulle verdi, verdi piastrelle.

"Brutto viaggio, amico" canticchiano le Cornacchie in una cantilena da te-l'avevo-detto.

Simon sente le mani fredde. E' steso sul pavimento, di fianco al tavolo da autopsia in acciaio inossidabile, e Jane è girata, penzolante da un lato, le braccia sopra Simon, adornandolo in modo protettivo.

"Cos'era quello?" chiede Simon, ancora ansimante. "Quello... quello era una parte del tuo segreto, Jane? Mi stavi proteggendo quando non hai voluto parlare?"

Ansima.

Respira.

Dentro.

Fuori.

Simon si alza. Adagia di nuovo Jane sul tavolo. Guarda nei suoi occhi. E... rallenta... il suo... respiro. Percorre il laboratorio di autopsia, le luci fluorescenti, piastrelle verdi, e acciaio inossidabile---verde e acciaio sanguinano assieme. Il potere dell'amore morto inonda le sue molecole, agitandolo. Un brutto viaggio è comunque un viaggio.

Respira.

Ricordi dei piccoli bambini gonfi ritornano con una furia ribollente. Si piega in basso, fronte calda contro fronte fredda.

"E' dura, Jane. Quando i casi finiscono male. Irrisolti. E tu conosci già la risposta. Ma non puoi... non puoi mostrare il tuo lavoro. Non possono nuotare via, Jane. Sono bloccati."

Apre gli occhi, verde malachite distante un pollice dall'oro.

Gli occhi di lei aiutano. Dissezionano le colpe, eseguono un post-mortem sulle sue sofferenze. Lui respira. Le cose sono chiare per il momento. I corvi divengono silenziosi e fanno attenzione.

"Quello non accadrà a te. Loro non la scamperanno, Jane, non come Myer Twiss. Te lo prometto."

Simon bacia le sue labbra, fredde come la sabbia di settembre, come il tempo dell'anno in cui tutto diventa triste e dolce. Soffia aria viva giù per la bocca di lei. La maggior parte di essa si perde, ma una parte rimbalza, e piomba indietro, giusto un po', la parte più debole; echeggia nella sua gola, giusto la parte più piccina, espulsa nel più calmo dei sospiri.

E' la sua voce.

E' abbastanza.

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