Prologo: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezze-di-proporzioni.html
Capitolo 1: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-1.html
Capitolo 2: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-2.html
Capitolo 3: http://nopipeblog.blogspot.it/2013/12/stranezza-di-proporzioni-capitolo-3.html
Capitolo 4: http://nopipeblog.blogspot.it/2014/01/stranezza-di-proporzioni-capitolo-4.html
Capitolo 5: http://nopipeblog.blogspot.it/2014/01/stranezza-di-proporzioni-capitolo-5.html
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Godetevi il capitolo!
Capitolo
6
Caro
diario, scriverà
Simon. Oggi ho baciato
un cadavere.
* * * * *
"E'
stato quando il primo sacchetto di plastica pieno di denti di bambini
si era arenato sulla spiaggia. Nel 2001. A marzo."
"Si?"
"Da
allora, abbiamo rinvenuto almeno altri venti sacchetti."
"Niente?"
"Un
cazzo di niente. Oltre venti fottuti sacchetti, e nessuna cazzo di
risposta. E' questa fottuta città, amico. Una volta, un corpo che si
arenava sulle rive del lago era roba grossa. Adesso, non arriva
nemmeno sulla prima, seconda, o terza pagina del Tribune."
"E'
strano, amico."
"Strano?"
L'Ufficiale John Polhaus inghiotte un boccone appena masticato di
manzo italiano. "Recluta, quando avremo finito con te, l'ago sul
tuo barometro delle "stranezze" sarà più sballato di
quello montato su certe fregature da due soldi. Strano? Cristo.
Questa fottuta città. Giuro, se non facessero gli
sfilatini e il
miglior manzo italiano, sarei in Arizona proprio ora. Gesù, se è
buono..."
Polhaus
continua a parlare, ma tutto quello che il suo collega più giovane
può sentire, attraverso la bocca piena di sandwich, sono le vocali e
il ruminare costante.
"Due
sandwich, John?"
"Sono
a dieta, cazzo."
"Quindi,
possiamo andare?"
"Non
ancora."
"Non
ancora?"
"Pivello,
ci sono due cose nella mia giornata che rendono degna di essere
vissuta questa dura
vita. Una è
ingozzarsi di manzo italiano con pepe dolce e provolone. L'altra è
rompere il cazzo a Meeks."
"Il
Ghoul?"
"Il
Ghoul."
"Ho
sentito che ha fottuto il caso Twiss. Voi ragazzi lo avevate
inchiodato, giusto?"
"Non
sarei sorpreso se Twiss e Meeks si fossero scambiati e-mail di
congratulazioni. Non sarei sorpreso se celebrassero, a Boy's Town,
con cenetta e inchiappettata. E sicuramente non avrei un dannato
attacco di cuore se scoprissi che Meeks passa le nottate nei
laboratori di autopsia, facendo lo spogliarello per i cadaveri con
una targhetta per morti che vortica sul suo cazzo." Polhaus
parla attraverso manzo e pane, sputacchiando frammenti bagnati
addosso al suo collega.
"Un
mostro" dice l'ufficiale più giovane, pulendosi il viso.
"Un
mostro."
La
radio di Polhaus si lagna tornando alla vita. "John, sei lì?"
"Si,"
dice Polhaus. "Dove sei?"
"Hai
visto la tua auto?"
"Cosa?"
"Credo
ti abbiano tagliato le gomme, amico."
"Figlio
di puttana!" Polhaus si precita fuori, l'ufficiale più giovane
lo
segue.
Simon
si manifesta da dietro un angolo. Può sentir ridere il suo bisturi
nella tasca mentre si trascina verso gli ascensori.
"Oh!
Mi hai spaventata, Simon." E' quello che gli aveva detto sua
madre innumerevoli volte, mentre cresceva. Anche gli insegnanti.
Simon aveva passato la vita a camminare così quietamente che la
gente non lo notava, lasciandosi
insinuare in mezzo agli altri senza nemmeno volerlo.
Entrare inosservato nell'edificio adesso non gli è per niente
difficile.
E'
domenica notte ed è ancora una parte del weekend forzato di Simon,
però il Dottor Reeves non ci sarà. Reeves non viene mai di domenica
notte, riserva quel momento
per incontrarsi con i suoi contatti nella laboriosa impresa di
vendite cadaveri al
mercato nero---condotta sempre lontano dall'obitorio. Si attiene
religiosamente a quella routine.
Simon
striscia verso i laboratori di autopsia. Ha bisogno di informazioni.
In un film, un personaggio intelligente sembra essere sempre in grado
di hackerare il computer di un ufficio per trovare segreti. I metodi
di Simon richiedono di hackerare delle fonti diverse.
* * * * *
Gli
fa ancora venire le farfalle. Meravigliose, orribili farfalle.
A
volte nausea e gioia si incontrano nei luoghi più strani.
Disadattato,
si. Ma quando è stata l'ultima volta che avete avuto le farfalle?
Svolazzano
e svolazzano nel suo stomaco.
"Terzo
appuntamento?" dice Simon alla stanza ronzante. I suoi amici
mormorano incoraggiamenti dai loro freddi spazi. Sussurrano nel
ronzio refrigerato. Lui le tiene la mano e la guarda negli occhi.
E'
abbastanza.
Pace.
L'assenzio
inizia a fare presa. I colori si acuiscono e sanguinano mentre linee
e contorni svaniscono, e il mondo diviene più facile da controllare
nella sua liquida alchimia. Simon chiude gli occhi e osserva crescere
l'albero di assenzio,
mentre i corvi
fantasma assonnati si svegliano nel suo cranio. Può vedere le
farfalle diventare falene, che spasimano nel buio del suo stomaco.
Può prendere ed estrarre le falene negative, lasciando le positive.
Le infilza con delle puntine, mettendole in mostra, dando loro nomi
in un latino immaginario--- ecco la Dubbius
totalis e la Nervosus
disagius e la Phobos
maximus---poi cessano
di avere importanza.
Le
sue altre distrazioni non sono così facili
da mettere
a tacere e catalogare.
Le Cornacchie gracchiano rabbiosamente una sull'altra. Beccano i loro
rami in un rauco frastuono. Gracchiano e chiamano.
"Simon!"
"Simon!"
"Click-clack-crack!"
"Questa
ti costerà!"
"Terza
bevuta!"
"Ti
costerà!"
"Non
lascerà che tu ti abbassi alla convenienza!"
"Prezzo!"
"Click-clack-crack!"
Simon
ignora i corvi fantasma nella sua testa e le falene streghe nel suo
stomaco, si tuffa giù in quell'incisione a Y che emette amore.
* * * * *
Dove
siamo?
Il
sonno non ha un luogo da chiamare casa.
Il
mare d'ebano sospira contro la riva plutonia.
Sinfonie
invisibili. Sonate al chiaro di luna nella penombra. Giglio in mano,
l'eroe del vaudeville, un rozzo spaventapasseri, cammina nella sabbia
di polvere d'ossa, muovendosi al ritmo dei fotogrammi dei film muti,
cercando la sua fidanzata.
Non
è lì.
Guarda
in alto e in basso nel bagliore lunare e richiamo nostalgico.
Ma
dove, oh dove...?
"Jane?"
Tutto
solo in una piana di sospiri. Tutto solo cerca e cammina, ogni cosa è
lontana mentre i
corvi volano.
Ma
aspettate.
Qualcosa
si muove.
"Jane?"
Qualcosa
striscia fuori dall'acqua nera. Qualcosa di piccolo. Qualcosa di
rigonfio.
Un
piccolo ragazzino.
Il
piccolo Toby Reynolds si trascina fuori dal mare d'ebano. Tutto il
sudiciume e la
putrescenza del
Chicago River cola dalla sua pallida, paffuta faccia, coprendo le sue
parole in un gorgoglio strozzato.
Passo-trascina.
Passo-trascina.
Toby
barcolla avanzando, trascinando un blocco di cemento legato ad un
grande amo che trafigge il suo piede destro. Si trascina verso Simon.
Passo-trascina.
Passo-trascina.
"Mi
dispiace, Toby" dice Simon, pietrificato.
Da
qualche parte, molto lontano, forse in un sogno, Simon cerca di
vomitare e riprendersi e scappare indietro,
alla sua vita da sonnambulo.
* * * * *
Avete
sentito la storia di Myer Twiss?
A
volte, Jane, un viaggio nell'Acqua Morta può finire male.
Certamente,
avete letto i ritagli di giornale, avete visto quella lugubre foto
segnaletica.
A
volte, Jane, estraggo il ricordo sbagliato, la storia sbagliata.
Avete
sentito però le rime che i bambini ancora cantano, mentre giocano al
salto con la corda, in certi quartieri di Chicago---tutte quelle
parole che rimano con "Twiss"?
A
volte cose cattive si aggirano nell'Acqua Morta.
Le
storie sono ingressi. Non dovete fare altro che bussare.
"Soggetto:
Toby Reynolds" aveva detto una volta Simon, chiamando il nome
del piccolo ragazzino, cominciando il rituale. "Caucasico, otto
anni."
Erano
stati seduti insieme, nell'Acqua Morta, pescando nel mare d'ebano, e
Simon aveva fatto a Toby una promessa giurando col mignolo,
promettendo di aiutare.
Toby
era un caso difficile. L'acqua può lavare via le prove. La polizia
aveva ripescato il ragazzino nel Chicago River, nel tratto che
chiamano Bubbly Creek---Torrente Ribollente, dove l'acqua bolle
ancora a causa dei gas emessi dalla carne in decomposizione che le
compagnie di macellazione hanno scaricato un centinaio di anni prima.
Dicono che pesci mutanti e peccati nuotino lì. Dicono che una volta,
l'acqua fosse così insanguinata che gli uccelli potevano camminare
sui grumi galleggianti.
Myer
Twiss, pedofilo locale, infanticida, e uomo di mondo, aveva preso
Toby nella notte. Quando Myer finiva con le sue vittime appendeva
blocchi di cemento ai loro piedi e le lanciava dentro Bubbly Creek.
Fluidi e sporcizia nei polmoni avevano raccontato a Simon che Toby
era ancora vivo quando aveva colpito l'acqua.
Toby
mi ha raccontato tutto, Jane, tutto quello che mi serviva. Era mio
amico.
Simon
aveva trovato i segreti richiesti per aiutare le forze di polizia
ormai frustrate nel costruire il
caso. Avevano detto parole come "chiave di volta" e
"testimone esperto" e chiamato Simon al processo. Sarebbe
stata la prima e ultima volta. L'avvocato della difesa aveva ottenuto
dettagli riguardanti i "metodi disturbanti" di Simon, e lo
aveva dissezionato prima del giudice e della giuria.
"Mostra
il tuo lavoro!" Sempre, Jane, sempre così: "Mostra il tuo
lavoro!"
"Abilità
comunicative, Simon." "Un sorriso e una stretta di mano
salvano vite!"
Simon
si era spezzato e aveva dato di matto al processo, il povero ragazzo
sensibile. Era stata così
recisa un'arteria dell'accusa gestita dall'avvocato del distretto, e
il caso morì dissanguato. Myer Twiss venne scagionato.
E'
ancora libero.
Bubbly
Creek ribolle ancora.
* * * * *
Dove
siamo?
Il
sonno non ha luogo da chiamare casa.
Il
mare d'ebano sospira.
Il
piccolo Toby Reynolds incespica verso Simon, raggiunge Simon con le
dita a salsicciotto rigonfie, screpolate---lo raggiunge come un
neonato che vuole qualcosa.
Da
qualche parte lontano, forse in un sogno, Simon si contorce su un
pavimento piastrellato.
Il
piccolo Toby trascina il pesante blocco di cemento lungo la riva
plutonia. Forse lo trascinerà per sempre. La sua bocca si apre e
chiude in un ritmo sciocco e appiccicaticcio. Cade ai piedi di Simon,
gli prende le gambe, e si tira su, lentamente, issandosi sul corpo di
Simon con la paziente lentezza dell'acqua stagnante che filtra nei
vestiti.
Passo-trascina.
Passo-trascina.
Fuori
dall'acqua morta strisciano dozzine di altri piccoli corpi. Ognuno di
essi trascina un blocco di cemento. I bambini di Twiss. Nessuno di
loro può nuotare via come fanno solitamente i pazienti di Simon.
Tutti loro sono affondati, trascinati giù da blocchi di cemento e
dal fallimento di Simon.
"Mi
dispiace, Toby" dice Simon. "Ho rovinato tutto. Me l'hanno
fatta pagare, sebbene non sia mai abbastanza. Mi dispiace. Volevo
liberarti."
E
da qualche parte, forse in un sogno, Simon è in preda alle
convulsioni su un pavimento piastrellato e ingoia la lingua.
Il
piccolo Toby tossisce liquame mentre raggiunge la faccia di Simon, la
bocca che si apre e chiude, liquida e muta---quando qualcosa si muove
nella sabbia d'avorio.
Una
cacofonia lamentosa spezza il ritmo del mare d'ebano, annega il suono
dei blocchi di cemento trascinati sulla sabbia. Tutti i bambini
rigonfi e putridi smettono di trascinare i piccoli cubi di purgatorio
appesi ai loro piedi. Tutto è fermo per un istante.
La
sabbia d'avorio si muove.
Simon
cade all'indietro.
Il
piccolo Toby lascia andare un grido striato di muco d'anfibio mentre
braccia bianche e artigli dentellati lo tirano sotto la sabbia.
La
sabbia esplode.
Sorgono
delle facce.
Facce
bianche, occhi neri da bambola, e le loro bocche---denti come rasoi
seghettati---le loro bocche aperte, così larghe, come la perdizione.
Non possono averne mai abbastanza. Sono affamate. Sono la fame. Fame
del Destino manifesta.
Si
lanciano.
Frenesia
alimentare.
Divorano
i piccoli e putridi bambini. Denti e artigli e occhi di bambola. Si
ingozzano. Ancora affamate. Ancora fame. I loro stomaci distesi
ruggiscono come un miliardo di larve che implorano carne.
Si
lanciano.
Verso
Simon.
Mani
fredde---fredde come la sabbia di settembre---si avvolgono attorno a
lui da dietro. Proteggendo. Tirano via Simon lontano dalla frenesia,
dalla follia, e dalla malinconia.
* * * * *
Laboratorio
autopsie 6.
Simon.
Si.
Sveglia.
Tossendo
e ansimando sulle verdi, verdi piastrelle.
"Brutto
viaggio, amico" canticchiano le Cornacchie in una cantilena da
te-l'avevo-detto.
Simon
sente le mani fredde. E' steso sul pavimento, di fianco al tavolo da
autopsia in
acciaio inossidabile, e Jane è girata, penzolante da un lato, le
braccia sopra Simon, adornandolo in modo protettivo.
"Cos'era
quello?" chiede Simon, ancora ansimante. "Quello... quello
era una parte del tuo segreto, Jane? Mi stavi proteggendo quando non
hai voluto parlare?"
Ansima.
Respira.
Dentro.
Fuori.
Simon
si alza. Adagia di nuovo Jane sul tavolo. Guarda nei suoi occhi. E...
rallenta... il suo... respiro. Percorre il laboratorio di autopsia,
le luci fluorescenti, piastrelle verdi, e acciaio
inossidabile---verde e acciaio sanguinano assieme. Il potere
dell'amore morto inonda le sue molecole, agitandolo. Un brutto
viaggio è comunque un viaggio.
Respira.
Ricordi
dei piccoli bambini gonfi ritornano con una furia ribollente. Si
piega in basso, fronte calda contro fronte fredda.
"E'
dura, Jane. Quando i casi finiscono male. Irrisolti. E tu conosci già
la risposta. Ma non puoi... non puoi mostrare il tuo lavoro. Non
possono nuotare via, Jane. Sono bloccati."
Apre
gli occhi, verde malachite distante un pollice dall'oro.
Gli
occhi di lei aiutano. Dissezionano le colpe, eseguono un post-mortem
sulle sue sofferenze. Lui respira. Le cose sono chiare per il
momento. I corvi divengono silenziosi e fanno attenzione.
"Quello
non accadrà a te.
Loro non la scamperanno, Jane, non come Myer Twiss. Te lo prometto."
Simon
bacia le sue labbra, fredde come la sabbia di settembre, come il
tempo dell'anno in cui tutto diventa triste e dolce. Soffia aria viva
giù per la bocca di lei. La maggior parte di essa si perde, ma una
parte rimbalza, e piomba indietro, giusto un po', la parte più
debole; echeggia nella sua gola, giusto la parte più piccina,
espulsa nel più calmo dei sospiri.
E'
la sua voce.
E'
abbastanza.
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